Simbolo della città stessa di Orvieto, il Duomo è una delle più belle cattedrali d’Italia e del mondo. Si presenta come una magnifica costruzione che accorpa diversi stili architettonici. In particolare si può definire un mirabile esempio di equilibri e commistioni di stili gotico e romanico, anche se la cattedrale mantiene delle proprie uniche peculiarità. Molte furono le persone che parteciparono alle diverse fasi di progettazione e costruzione del Duomo.
Tra i molti un rilievo particolare hanno Arnolfo di Cambio e Lorenzo Maitani, per quanto concerne la progettazione (in particolare al senese Maitani si deve gran parte del merito per la realizzazione della splendida facciata) e moltissimi tra scultori, orafi e pittori per quanto concerne la fase di “abbellimento” e rifinitura della cattedrale. Tra gli scultori spicca la figura di Ippolito Scalza (architetto locale già artefice di diverse opere ad Orvieto tra cui il Palazzo Comunale ed altri interventi in svariati palazzi). Dello Scalza si possono ammirare all’interno della cattedrale la statua della Pietà (o Deposizione) ed il maestoso Organo a canne. Tra i pittori un ruolo fondamentale hanno avuto Gentile da Fabriano, Lippo Memmi, Beato Angelico, Ugolino di Prete Ilario e Luca Signorelli, quest’ultimi soprattutto per la realizzazione degli affreschi delle due cappelle “del Corporale” e di “San Brizio”.
Ad accrescere la monumentalità del Duomo e, con essa, anche quella dell’insieme, concorrono da un lato le basse casette dei canonici e, dall’altro, le più ambiziose moli di Palazzo Soliano e dei Palazzi Papali, che tuttavia, arretrati lateralmente e sul fondo, dialogano in felice discrezione con la Cattedrale. I Palazzi Papali, al pari di Palazzo Soliano oggi sede del MODO (l’articolato circuito museale dell’Opera del Domo di Orvieto), fiorirono, come rinnovamento e ampliamento di un vescovado già esistente nel XII secolo, per impulso di alcuni papi che risiedettero a Orvieto dal 1262 al 1284: Urbano IV, Gregorio X e Martino IV. Il Palazzo Soliano fu invece costruito dal civico potere su sollecitazione di Bonifacio VIII, a seguito di un accordo di pace del 1297 tra il pontefice e il Comune.
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